violino

Giovedì 22 febbraio alle ore 19.30 (con repliche venerdì 23 ore 20.30 sabato 24 febbraio alle ore 18) ritorna, dopo sei anni di assenza, il direttore estone Paavo Järvi. Nato a Tallinn nel 1960, è figlio del celebre direttore Neeme Järvi e fratello di Kristjan, anch’egli direttore. Attualmente è Direttore principale della Tonhalle Orchester di Zurigo e Direttore artistico della Deutsche Kammerphilharmonie Bremen. Nel 2019 è stato premiato da Opus Klassik come “Direttore dell’anno” e nel 2015 come “Artista dell’anno” da Gramophon e Diapason.  Insieme a lui salirà per la prima volta sul palcoscenico ceciliano Augustin Hadelich, violinista tedesco classe 1984 nato e cresciuto a Cecina (“Ogni volta che penso a casa, penso al paesaggio italiano e all’Italia. Penso agli ulivi, fondamentalmente” ha recentemente dichiarato alla rivista Suonare News) e da quasi vent’anni residente negli Stati Uniti, e che da ragazzo ha studiato anche con Uto Ughi. Nel 2006 si è aggiudicato il concorso di Indianapolis, dieci anni dopo ha vinto il suo primo Grammy Award nella categoria “Miglior interpretazione solista strumentale di musica classica” per il Concerto per violino di Dutilleux. Da allora, grazie alla sua tecnica fenomenale e alla sua profondità interpretativa, ha suonato con le maggiori orchestre statunitensi e in Europa – tra le altre – con i Berliner Philharmoniker, con l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam e con l’Orchestre National de France. “L’essenza della musicalità di Hadelich – si legge sul “Washington Post” – è la bellezza, che si rivela negli svariati modi di donare vita a un fraseggio, […] senza incontrare alcun tipo di ostacolo tecnico e nel mostrare qualcosa da un’angolazione diversa dalla nostra”.

Aprirà la serata il Prélude à l’aprèsmidi d’un faune di Debussy, vero e proprio capolavoro della letteratura musicale che nel 1894 inaugurò una nuova epoca della storia della musica e, come affermò Pierre Boulez, “si può dire con fondatezza che la musica moderna si sveglia nell’Après-midi d’un faune“. Ispirato all’egloga di Mallarmé del 1876, la musica di Debussy evoca un fauno che nella calura del pomeriggio suona il flauto immerso in pensieri d’amore per due ninfe. Seguirà il Concerto per violino di Jan Sibelius eseguito per la prima volta a Helsinki nel 1904 e che può essere considerato come l’ultimo esempio di concerto romantico, con materiale tematico di atmosfera nordica inequivocabilmente sibeliusiano e una scrittura spiccatamente virtuosistica. Chiude il concerto la Quinta Sinfonia di Prokof’ev; composta nel 1944 ed eseguita per la prima volta nel gennaio dell’anno successivo, è la più lunga delle sette sinfonie dell’autore russo e tra le più amate del suo catalogo, anche grazie a invenzioni melodiche sempre accattivanti e alla compenetrazione riuscita tra la forma classica e il linguaggio del Novecento.