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Dopo la primissima apertura a Roma nel 2016 e il moltiplicarsi dei suoi locali, Akira Yoshida, imprenditore giapponese naturalizzato italiano, inaugura un laboratorio artigianale tutto incentrato sulla famosa zuppa di noodles orientali

Il primo Ramen Lab di Akira a Fontana di Trevi

La sua mission: diffondere l’autentica tradizione culinaria del Sol Levante partendo da Roma, la città che lo ha adottato. Qui nel 2016 fonda Ramen Bar Akira nella zona di Ostiense a cui sono seguite diverse aperture come la bottega in stile street food all’interno del Mercato Centrale all’interno della Stazione Termini per poi aprire anche a Torino. A inizio anno è arrivata la terza sede romana nella centralissima zona di Fontana di Trevi dove si trova Ramen Lab, il primo laboratorio artigianale di noodles del gruppo Akira, l’unico in città a possedere una preziosa impastatrice professionale giapponese per realizzare la pasta home made.

Il nuovo menu amplia la carta dei ramen già presente arrivando a contarne 12 tipologie con brodo a base di carne di maiale, carne di pollo, oppure vegetale cotto rigorosamente per 12 ore. Qui è possibile personalizzare il tipico piatto giapponese a base di spaghetti di frumento serviti nel brodo scegliendo lo spessore della pasta, fine o spessa, il tempo di cottura, normale o al dente, oltre ai diversi topping come le fettine di maiale, l’uovo sodo marinato nella soia, l’alga nori, il porro e la salsa piccante. Ogni ciotola di ramen ha un peso differente e corrisponde a una diversa area geografica: il Tonkotsu Shoyu, ad esempio, è una specialità di Fukuoka con brodo di maiale, una fetta di carne di maiale, saporita salsa Shoyu, spinaci e alghe, ancora il Tonkotsu Shio, ricetta più antica e sapida oppure il Tonkotsu Miso Spicy per chi ama il piccante. Sono presenti due versioni vegetariane, il Veggy Ramen a base di brodo vegetale, miso piccante, verdure miste, alga, olio di oliva e sesamo, e il Veg Deluxe, meno speziato ma sempre con brodo vegetale, latte di soia, tempura di verdure, tofu, mais, porro, salsa Shio, alga e olio di oliva. Gradevole anche nei periodi più caldi, c’è Hiyashi Cold Ramen viene servito freddo con carne di maiale a listarelle, pomodori, cetrioli, omelette, salsa di soia con zenzero, sesamo e alga, un piatto fresco, sempre colorato e nutriente.

A valorizzare la dettagliata e originale offerta, alcune prelibatezze giapponesi come Edamame (fagioli di soia), Onigiri (polpette di riso ripiene di pesce o verdure), Gyoza (ravioli fritti e ripieni di pollo o verdure), Takoyaki (palline di polpo fritte), Karaage (bocconcini di pollo fritti), Curry Don (riso bianco, salsa al curry, patate, carote e cipolla), Chashu Don (carne di maiale marinata in salsa di soia, condita con porro, salsa piccante, alga nori e riso bianco). Due tipi di dolci completano il menu: Dorayaki, pancake ripieno di marmellata di fagioli rossi Azuki, e Taiyaki, stesso dessert tipico ma a forma di pesce. Ad accompagnare la proposta gastronomica sakè, birre giapponesi e altre bevande analcoliche. Ramen Bar attualmente può accogliere 20 coperti nel dehors allestito tra i pittoreschi vicoli romani, in attesa delle riaperture anche all’interno dei ristoranti e dopo le quali il nuovo locale di Akira Yoshida potrà ospitare a pranzo e a cena fino a 60 persone con distanziamento.