NIENTE STADIO PER I TIFOSI GIALLOROSSI PERCHÉ I TERRENI SONO PIGNORATI
NIENTE STADIO PER I TIFOSI GIALLOROSSI PERCHÉ I TERRENI SONO PIGNORATI

NIENTE STADIO PER I TIFOSI GIALLOROSSI PERCHÉ I TERRENI SONO PIGNORATI. Una storia da non credere quella dello stadio della Roma

NIENTE STADIO PER I TIFOSI GIALLOROSSI PERCHÉ I TERRENI SONO PIGNORATINiente regalo di Natale per i tifosi della Roma: lo stadio a Tor di Valle non si farà, almeno per ora. Già perché i terreni su cui dovrebbe essere edificato sono pignorati: a raccontarlo è un documento datato 13 ottobre e pubblicato dal quotidiano La Repubblica. Intanto accresce la polemica delle opposizioni. Tra gli altri l’ex grillina, ora capogruppo Misto, Grancio: “Il comune disinformato? Sapeva dal 2017 dei problemi sulla proprietà dei terreni”.

“Sullo stadio siamo pronti, abbiamo trovato una soluzione condivisa, soprattutto sulla Roma-Lido”. Queste le parole della sindaca Raggi, nei giorni scorsi, mentre rasserenava gli animi della società e dei tifosi giallorossi paventando la vittoria sullo stadio della Roma. Ma niente da fare, lo stadio rimane ancora un sogno nel cassetto quantomai irrealizzabile almeno a Tor di Valle perché “Il complesso immobiliare non è nella libera disponibilità dell’attuale proprietaria Eurnova Spa”.

A metà ottobre, il magnate ceco Rodovan Vitek aveva rilevato da Unicredit il centro commerciale Maximo e i terreni su cui è progettato lo stadio decretando ufficialmente l’uscita di Parnasi. Con i terreni pignorati, come spiegato da  La Repubblica, però si chiude in maniera infelice il lungo iter che ha portato alla realizzazione del progetto costato decine di milioni di euro. I Friedkin dovranno rivolgere altrove le loro intenzioni e le ipotesi restano Flaminio e Tor Vergata.

“Cose note che dissi fin dall’inizio. Si è preferito invece per anni solleticare la tifoseria illudendola”

è stato il commento di Roberto Morassut, vice ministro all’ambiente e già assessore all’urbanistica al Comune di Roma.

“Sarebbe buona cosa chiudere questo inganno di Tor di Valle. Ho sempre detto che era una grande avventura che si sarebbe trasformata in una ciclopica illusione per i tifosi e per una società come l’As Roma che merita rispetto per la storia che rappresenta. Inoltre, l’area di Tor di Valle, comporta enormi problemi non solo per i costi di infrastrutturazione ma anche per le opere di prevenzione idraulica – ha aggiunto Morassut – Il CONI trovi il modo di cedere alla Roma l’Olimpico per ristrutturarlo come un moderno stadio di calcio con servizi commerciali e valorizzazioni adeguate. Il Comune ceda il Flaminio alla Lazio per un altro progetto di ristrutturazione e valorizzazione. Al Flaminio ed al Foro Italiano le infrastrutture ci sono o sono programmate”.

”La SAIS proprietaria dei terreni di Tor di Valle che ha stipulato i contratti di compravendita dell’Ippodromo di Tor di Valle con la società di Parnasi, Eurnova s.r.l. è una società in liquidazione da anni. Notizia nota al Comune, che ne era a conoscenza già nel 2017 quando chiedevo in commissione Urbanistica di convocare il curatore fallimentare per avere contezza dei contratti stipulati e dei pagamenti corrisposti alla società in liquidazione.” Dichiara così in una nota Cristina Grancio, capogruppo del Misto in Assemblea Capitolina – “la mia richiesta diede fastidio ai M5S che mi sospesero illegittimamente, per avere osato formalizzare l’istanza, e irritò Lanzalone, all’epoca fac totum del Sindaco nell’operazione stadio, come certificato dalle intercettazioni telefoniche in cui fa menzione di questa scomoda ed inopportuna richiesta promossa dalla sottoscritta”.

“Si tratta senza dubbio di una notizia positiva considerate le tante e gravi criticità insite nel progetto di Tor di Valle che avrebbero messo a serio rischio la sicurezza pubblica e la viabilità della zona – ha commentato il presidente Carlo Rienzi – Ora va trovata con urgenza una soluzione alternativa per garantire ai tifosi e alla città un nuovo stadio, in grado di assicurare l’afflusso dei tifosi in totale sicurezza è una viabilità adeguata alle esigenze del caso”.