VILLA TORLONIA: tornano fruibili al pubblico i rifugi antiaerei e il bunker di Mussolini, nascosti nel sottosuolo, ecco la storia.
Terminati gli interventi di recupero e riallestimento, tornano fruibili al pubblico i rifugi antiaerei e il bunker di Mussolini, nascosti nel sottosuolo di Villa Torlonia. I lavori sono stati effettuati dall’Associazione Roma Sotterranea, aggiudicataria del bando pubblico indetto nell’agosto 2017, a seguito del quale è stata firmata con la Sovrintendenza Capitolina la convenzione per la gestione congiunta dei bunker di Villa Ada – Savoia e di Villa Torlonia per i prossimi tre anni.
I 2 rifugi antiaerei sono stati allestiti inserendo alcuni pezzi originali dell’epoca, mentre nel bunker vero e proprio è stato realizzato un allestimento che permetterà di rivivere una “Air Raid Experience”. Le 3 sale dedicate alla pannellistica sono state allestite puntando sulle immagini, con riproduzioni di documenti originali dell’epoca (giornali, manifesti di propaganda, volantini, etc.), piuttosto che su testi.
Un filmato realizzato per l’occasione dal noto documentarista storico Fabio Toncelli ripercorrerà il piano, non portato a termine, della Royal Air Force, di eliminare Mussolini, bombardando contemporaneamente Villa Torlonia e Palazzo Venezia. All’interno del bunker si proporranno infine spettacoli teatrali di rievocazione storica e attività didattiche in collaborazioni con altre Associazioni.
Le modalità di visita al bunker sono pubblicate sul sito www.bunkertorlonia.it. A Villa Torlonia esistono tre strutture sotterranee realizzate fra il 1940 e il 1943 per garantire un riparo alla famiglia Mussolini in caso di bombardamenti aerei: due rifugi antiaerei e un bunker.
Rifugio cantina
Il primo rifugio in ordine temporale è stato realizzato nel 1940, riadattando degli ambienti sotterranei già presenti all’interno del parco, che si sviluppavano sotto il laghetto del Fucino, utilizzati in origine dai Torlonia come cantine per la conservazione del vino; non sarebbe da escludere che in antichità questi cunicoli sotterranei fossero stati scavati dai romani per essere utilizzati come cimiteri. In un primo momento lo spazio sotterraneo era dotato di un solo ingresso, seguito da un corridoio e poi da una scala, ma per essere adattato a rifugio fu costruita una seconda uscita di sicurezza con rampa e un camino a pioli.
Superata una porta antigas si arriva a un corridoio centrale in pendenza, ai cui lati sono disposte delle brevi diramazioni, in una disposizione a bracci, nelle quali, con ogni probabilità, trovavano alloggio le botti. Oltre quest’area centrale, un pozzetto dotato di una scala a pioli in metallo sale fino in superficie; superato il pozzetto, attraverso un breve corridoio e altre scale, si esce all’esterno, di fronte al Campo da Tornei. Nonostante fosse dotato di doppie porte antigas in ferro, impianto di filtrazione d’aria da azionarsi a mano a mezzo di una manovella, linea telefonica diretta, luce elettrica e gabinetto, questo spazio mal si prestava a essere utilizzato come rifugio, anche perché non fu realizzato alcun rinforzo che potesse rendere il posto realisticamente sicuro contro un’azione di bombardamento mirato. Inoltre, per raggiungerlo dal Casino Nobile bisognava percorrere circa 150 metri nel parco.
Rifugio sotto il Casin Nobile
Nel 1941 si decise pertanto di realizzare un secondo rifugio nella sala centrale del seminterrato del Casino Nobile, dove si trovavano le cucine, che fu rinforzata con muri di cemento armato di 1 metro e 20 di spessore. Il rifugio, che si trovava esattamente al di sotto della sala da ballo, fu dotato di porte antigas in ferro e di impianto di filtrazione d’aria. L’essere posizionato al di sotto dell’edificio, però, se da una parte agevolava l’accesso, dall’altra non lo rendeva un luogo sicuro nel caso di bombardamento mirato sulla villa.
A partire dall’autunno del 1942, dopo trenta mesi di guerra, le città del Nord Italia iniziarono a essere pesantemente bombardate e con la conquista del nord Africa anche le città del Centro-Sud Italia diventarono potenziali obiettivi. É in questo frangente che Mussolini, conscio che i due rifugi antiaerei non avrebbero potuto mettere al riparo lui e la sua famiglia dai potenti ordigni in possesso delle forze Alleate, decise di dotarsi di un vero e proprio bunker: una struttura moderna e all’avanguardia.
Bunker
I lavori per la realizzazione del bunker iniziarono nel novembre 1942: furono i Vigili del Fuoco a realizzare lo scavo. Ben presto si scoprì che il terreno prescelto era inconsistente e fu pertanto necessario scavare ancora più in profondità: – 6,50 metri dal piano campagna. Furono così alla luce vari reperti: anfore, scheletri e frammenti di marmo. Al di sopra e intorno al bunker fu realizzata una gettata di ben 6 metri di spessore di cemento armato. Per accedervi direttamente dal Casino Nobile, si realizzò una ripida scala sul lato orientale del seminterrato.
Il bunker ha una pianta a croce e i quattro bracci sono a forma cilindrica, per meglio resistere alle sollecitazioni dei bombardamenti. È dotato anche di un’uscita secondaria, lungo il muro destro della tribuna con fontana e di un’uscita di emergenza, tramite una scala a pioli (non più presente) all’interno di un pozzetto.
A proposito del bunker, quasi fosse una preveggenza, il Duce scrisse: “È curioso che, mano a mano che i lavori si avviavano al compimento, la mia antipatia per il rifugio aumentava, e non soltanto per la spesa, oramai raddoppiata, ma per qualche cosa di oscuro che sentivo in me. Sentivo, cioè, che una volta finito, quel rifugio sarebbe stato completamente inutile”.
Il 25 luglio, quando il Re lo fece arrestare dopo la drammatica seduta del Gran Consiglio del Fascismo, i lavori del bunker non erano ancora terminati: rimase così incompiuto, senza porte blindate, copertura esterna del pozzo e senza sistema di filtrazione d’aria. Fu comunque utilizzato dagli abitanti della villa durante i frequenti allarmi e bombardamenti che si susseguirono fino all’ingresso a Roma degli Alleati, il 5 giugno 1944.