MADONNA DEL LATTE: il restauro dell'opera porta alla luce una scoperta incredibile

 

MADONNA DEL LATTE: il restauro dell’opera porta alla luce una scoperta incredibile

Sotto il drappeggio della veste della “Madonna del latte” di Bartolomè Esteban Murillo (pittore spagnolo nato a Siviglia nel 1617 e morto nel 1682), quadro custodito alla Galleria Corsini di Roma, si nasconde il saio di un frate. È l’incredibile scoperta fatta dai restauratori del laboratorio di restauro delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, che hanno sottoposto l’opera al 3º intervento sulla tela, dopo alcuni lavori ottocenteschi e un restauro degli anni Novanta.

Il quadro è stato sottoposto per la prima volta ad una serie di indagini diagnostiche: radiografia, riflettografia IR, analisi multispettrali, fluorescenza a raggi X (XRF) e a un’accurata opera di pulitura per rimuovere le vernici ossidate e vecchi ritocchi. Sono stati effettuati anche alcuni prelievi per effettuare analisi stratigrafiche sull’opera. E il risultato eclatante, è stata la scoperta della figura di un santo – quasi sicuramente di un San Francesco in preghiera – in fase avanzata di esecuzione, al di sotto della figura della Vergine.

La ‘Madonna del latte’, detta anche Madonna zingara, era una delle opere più ricercate e ammirate nell’Ottocento dai visitatori che frequentavano la Galleria Corsini e la sua preziosa collezione. Persino lo scrittore Gustave Flaubert nel 1851 ne restò ammaliato: “Sono innamorato della Vergine di Murillo della Galleria Corsini. La sua testa mi perseguita e i suoi occhi continuano a passarmi davanti come due lanterne danzanti” scrisse. Alessandro Cosma, curatore delle Gallerie e responsabile dell’intervento sottolinea come:

“il riuso delle tele non è una novità, qui l’eccezionalità sta nell’impiego di parti appartenenti a una figura precedente riusate come base per il nuovo quadro, come le pieghe del saio del santo che formano il panneggio della gamba della Madonna”.

I lavori di restauro proseguono ora per cercare ulteriori segreti della tela e per approfondire l’avvincente storia collezionistica dell’opera, alla quale gli studi in corso hanno aggiunto importanti tasselli. Tutte le scoperte e le novità saranno oggetto di una presentazione a Palazzo Barberini nell’aprile di quest’anno.