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venerdì, Marzo 29, 2024

ADDIO PLASTICA: dal 2021, plastiche monouso bandite dai supermercati della Grande distribuzione

ADDIO PLASTICA: dal 2021, plastiche monouso bandite dai supermercati della Grande distribuzione

ADDIO PLASTICA: dal 2021, plastiche monouso bandite dai supermercati della Grande distribuzione. Dai piatti ai bastoncini cotonati: ecco come si stanno convertendo i principali marchi

A partire dal 2021 possiamo dire addio alle plastiche monouso negli scaffali dei supermercati della Grande distribuzione italiana. Basta forchette, coltelli, cucchiai, bacchette, piatti, cannucce, contenitori per alimenti, bastoncini cotonati e molti altri prodotti “usa e getta”. Lo stop è previsto dalla direttiva Ue 2019/904 che impone anche il riciclo di almeno il 77% delle bottiglie in plastica nel 2025 e del 90% nel 2029. È inoltre imposto l’utilizzo di materiali riciclati al 30% a partire dal 2030. L’Italia ha promesso di seguire le direttive alla “lettera”, nei tempi stabiliti da Bruxelles, cioè a partire dal 1° gennaio 2021, in concomitanza con la Plastic Tax, già inserita nella Legge di Bilancio 2020, sospesa “pro-tempore” per emergenza Covid-19. Misura, quest’ultima, che il governo pensa di posticipare di altri sei mesi, a luglio 2021, dopo la seconda ondata di contagi.

Ma se la sfida non era facile in tempi precedenti alla pandemia, tanto più lo è adesso.

Con l’avvento della pandemia, è infatti cresciuto notevolmente il consumo di packaging da parte degli italiani. Nielsen indica una crescita nella Gdo di oltre 1,5 miliardi di confezioni vendute nel 2020, di cui più 1,3 miliardi nei primi 8 mesi dell’anno. La plastica è purtroppo ancora una costante in Italia come sottolineano i numeri di Federchimica su fatturato (1000 milioni di euro diretto, 2300 milioni indiretto) e addetti (2000 diretti, 8500 indiretti) dell’industria italiana delle materie plastiche. Il Wwf colloca il nostro Paese al primo posto tra i produttori di beni di consumo in plastica nel Mediterraneo e al secondo posto come produttore di rifiuti dell’area, con quasi 4 milioni di tonnellate di cui solo poco più di 1 milione avviato a riciclo.  Ciò nonostante, l’Osservatorio Packaging di Nomisma comunica che per 8 italiani su 10 la sostenibilità è sempre un driver di scelta importante del prodotto e per 7 su 10 dell’insegna.

Francesco Pugliese, ad di Conad, afferma: “Non abbiamo ancora eliminato del tutto le stoviglie monouso nei nostri punti vendita, però lo smaltimento è in corso». Il gruppo ha avviato un piano di investimenti di oltre 1,3 miliardi nei prossimi 3 anni ridurre l’impatto degli imballaggi dei prodotti a marchio e la CO2 in ogni settore di attività.

“Da 4 anni abbiamo lanciato una linea di stoviglie monouso, a marchio Verso Natura, realizzate con una materia prima ecologica che è un mix di Pla (acido polilattico) e Mater-bi, entrambi originati dal mais. Utilizziamo bottiglie con il 30% di Pet riciclato per acqua minerale e vaschette gelato in cartone. Sono solo tre esempi di prodotti alternativi alla plastica che proponiamo ai clienti, aiutandoli in questo processo di cambiamento. La decisione di ridurre materiali di imballaggio, produzione e consumo di plastica va perseguita nei tempi stabiliti. Ma è importante comunicare ai consumatori che queste scelte comportano dei costi, che probabilmente si scaricheranno su un maggior prezzo dei prodotti ma che consentiranno dei risparmi in termini di salubrità e sicurezza dell’ambiente”. Aggiunge Pugliese.

Marco Pedroni, presidente di Coop dice:
“Abbiamo già eliminato del tutto le stoviglie monouso in plastica tradizionale a marchio, i nostri piatti ora sono in Mater-bi. Ci siamo impegnati a risparmiare almeno 6400 tonnellate/anno di plastica vergine pari al volume di circa 60 Tir, prevedendo di raggiungere entro il 2022 gli obiettivi che l’Ue ha posto come obbligatori entro il 2030. Quindi, 7 anni prima. Nell’arco di un quadriennio tutti i prodotti a marchio Coop, con un valore commerciale di circa 3 miliardi all’anno, saranno realizzati con materiali di imballaggio riciclabili, compostabili o riutilizzabili, mentre quelli della linea Vivi Verde maggiormente dedicata alla tutela dell’ambiente hanno già tagliato il traguardo a dicembre”.
Esselunga è stata pioniera di queste scelte, avendo eliminato piatti, posate e bicchieri monouso già nel 2019, sostituiti tutti da prodotti realizzati con materie prime biodegradabili e compostabili come mais, barbabietole e canna da zucchero.

Afferma Luca Lattuada, chief human resources officer and Csr manager di Esselunga:

“È stata una scelta nella quale abbiamo creduto e crediamo fortemente. Abbiamo concluso da poco un progetto che prevede la sostituzione del packaging del latte fresco BIO a marchio Esselunga da PET a materiali di origine vegetale. Stimiamo una vendita annua di 1 milione di pezzi, con un risparmio di 20 tonnellate di plastica e 90 tonnellate di CO2. Prevediamo inoltre la sostituzione del packaging in plastica della frutta e verdura biologica con confezioni sostenibili costituite principalmente da cartoncino e materiali di origine organica per risparmiare circa 140 tonnellate di plastica su base annua. In più, entro il 2025 abbiamo l’obiettivo di convertire il 100% delle confezioni dei prodotti a marchio Esselunga in materiale riciclato, riciclabile o compostabile”.

Parla Patrizio Podini, fondatore del gruppo MD:

“Ad oggi, le stoviglie monouso in plastica sono state praticamente eliminate nei nostri store e le restanti saranno sostituite entro la fine dell’anno con una gamma ampia di stoviglie compostabili e in cartoncino al 100% riciclabili. Un altro esempio significativo è stata l’eliminazione dei pack in plastica per la conservazione delle verdure surgelate sostituite con un imballaggio in carta speciale riciclabile al 100%”. Sarà difficile mantenere i fatturati sviluppati in precedenza, perché arriviamo da anni dove il monouso in plastica veniva spinto con forza. Per vincere la sfida, la proposta di un’insegna, oltre ad esser banalmente sostenibile, va interpretata come un abito sartoriale su misura di bisogni, tendenze e disponibilità economica dei clienti”.