Benvenuti nel mondo di Flux, la quarta drink list nella storia del Drink Kong, il cocktail bar di Roma inaugurato nel 2018 da Patrick Pistolesi e soci, che nella classifica The World’s 50 Best Bars, troviamo in posizione n.33, il bar numero uno in Italia. Drink Kong lancia la sua nuova lista dei cocktail con 29 nuove creazioni (di cui due zero alcol), a cui si aggiungono due classici della casa ormai intramontabili, Canova e Gaijin. La nuova carta Flux segue i tre precedenti menù, intitolati rispettivamente Reflections (2018) e New Humans (2020) e Perimetro e forma (2023).
Un esercizio di sottrazione
Il payoff di Flux è “Substract, nothing is everything” e lascia intendere come la nuova maturità di questo cocktail bar al suo settimo anno di vita sia un esercizio di sottrazione, orientato al minimalismo. Obiettivo, come si legge nella prefazione alla drink list, è che ogni cocktail sia “un’onda di sapori che si intrecciano, una sinfonia liquida in cui ogni ingrediente vibra con una nota unica, rivelando emozioni inaspettate”.
Come spiega Patrick Pistolesi, il barman co-fondatore di Drink Kong, «Substract è una fusione tra substrate e subtracted: il fondamento invisibile e l’arte della sottrazione. Esprime una filosofia in cui il “meno” non è vuoto, ma rivelazione. Substract significa togliere il superfluo, eliminare il rumore, permettendo alla frequenza nascosta di emergere. È il silenzio che amplifica il suono, l’assenza che rivela l’essenza». Trovare l’armonia e l’energia che sta in quel sottofondo nascosto è il compito del barman, perché, continua Pistolesi, «l’arte della miscelazione risuona con l’armonia delle essenze e dei distillati».
Le tre categorie e i cocktail
Tre le categorie in cui si suddivide l’ultima fatica del team del Drink Kong. La prima è Fundamental -Source, il cui sottotitolo è “All vibration begins from stillness. In simplicity lies the source” (Ogni vibrazione ha origine dalla quiete. Nella semplicità risiede la fonte); la seconda è Harmonic -Modulation, ovvero “Where tradition meets resonance. Tradition modulates into innovation” (Dove la tradizione incontra la risonanza. La tradizione si modula in innovazione); l’ultima si intitola Transcendent – Crossover, che si esplica così, “Beyond the seen, into the unheard. Two waves meet. A new frequency is born” (Oltre il visibile, nell’inascoltabile. Due onde si incontrano. Nasce una nuova frequenza).
Alla prima categoria appartiene il cocktail Shibui, parola giapponese che racchiude una bellezza discreta, raffinata nella sua semplicità. «È a questa estetica – racconta Edoardo Spagnoli – che si ispira il nostro drink, dove ingredienti “vintage” come noce moscata, sciroppo d’acero e le foglie di fico by Three Cents si uniscono all’Eminente Rum, rivelando una sorprendente modernità». Nell’ultima categoria, quella che punta alla trascendenza, troviamo sia il drink rosso denominato Be(e)true(t): in cui il Silent Pool Gin si intreccia con Ginger, Acid Mustard e Beetroot Milk, dando vita a un equilibrio tra complessità e morbidezza, dal sapore istintivo e profondo. «Ci siamo ispirati alla natura stessa del Drink Kong – continua Spagnoli –, siamo un Instinct Bar, ovvero rinnoviamo ogni giorno l’invito a seguire il proprio istinto, ad abbassare le difese e lasciarsi andare, per riscoprirsi autentici. Questo cocktail è espressione di questo spirito».
Un viaggio psichedelico in Messico è quello che promette il Fear & Loathing in Oaxaca, una rivisitazione di un Classico storico di Kong, verde come il Midori ridistillato, che si fonde con le note verdi del Jalapeño, esaltando il profilo erbaceo dell’Espolon Tequila. «Il nostro Kong Cordial e il Passion Fruit aggiungono freschezza e vibrazioni fruttate, mentre il Midori completa l’esperienza», chiarisce Spagnoli.
Nel menù i cocktail, il cui prezzo va dai 14 ai 20 euro, sono descritti in una parola (classic, elegant, umami e così via), caratterizzati ciascuno dal suo bicchiere stilizzato e accompagnati da una breve lista ingredienti.
Progetto grafico
Curato per la parte visual dallo Studio Lord Z di Alessandro Gianvenuti, come i precedenti menù e tutta la comunicazione sia di Drink Kong che dello spin-off Nite Kong, il nuovo Flux si presenta come sempre con una grafica essenziale e contemporanea. Colori accesi dialogano con il nero e bianco, che da sempre caratterizza lo stile del Drink Kong. Si apre con la scritta Flux, che si decostruisce e ricompone nella sua struttura geometrica, per concludersi in una doppia pagina come fosse un grande codice sorgente. Un grande flusso visivo attraversa il menù, con immagini evocative, che appaiono “distorte” e che portano in non-luoghi, in cui apprezzare queste vibrazioni profonde.
«Gli artwork dei cocktail – spiega Alessandro Gianvenuti – sono un’interpretazione creativa del concept di Flux, in un sottile confine tra astrazione grafica e artistica. Una rappresentazione che dà forma visiva alla fusione tra frequenze, onde e vibrazioni (interne/esterne) di ciascun cocktail in relazione alle caratteristiche con cui è stato ideato, anche attraverso l’uso di palette cromatiche che ne enfatizzano alcune particolarità».