ROMAEUROPA FESTIVAL

ROMAEUROPA FESTIVAL: una lunga kermesse artistica che porterà in 24 tra i luoghi più importanti della Capitale mostre, installazioni, convegni e percorsi di formazione.

E’ stata presentata l’Edizione 2017 del Romaeuropa Festival, che si terrà dal 20 settembre al 2 dicembre: più di 300 artisti provenienti da 32 Paesi ed un ricco calendario e venti e spettacoli no stop in giro per la città.

Si tratta di una lunga kermesse artistica che porterà in 24 tra i luoghi più importanti della Capitale 174 repliche, 7 prime assolute, 32 programmi internazionali. “Un festival internazionale che sospinge senza sosta i confini dell’arte”.

Da Sasha Waltz a Dada Masilo, da Sidi Larbi Cherkaoui a Jan Fabre, da Jeff Mills con Tony Allen a Carl Craig con Francesco Tristano passando per Marco Paolini con Mario Brunello e Frankie hi-nrg, The Holy Body Tattoo con Godspeed You! Black Emperor, Ascanio Celestini, CollettivO CineticO, Muta Imago, Alessandro Baricco con Dario Voltolini e Nicola Tescari, Roberto Herlitzka, Pippo Delbono al fianco di Alexander Balanescu, Petra Magoni, Enzo Avitabile e Piero Corso; 40 artisti per la prima volta in programma tra i quali Julien Gosselin, Dorothée Munyaneza, Rimini Protokoll, Agrupación Señor Serrano, She She Pop con Zeikratzer, Babilonia Teatri, Lisa Ferlazzo Natoli, Biancofango, Industria Indipendente, Dante Antonelli, Azzurra De Gregorio, Giuliano Scarpinato, oltre a ben 6 ensemble orchestrali: star e nuove leve della creazione contemporanea danno vita a un caleidoscopio di forme espressive e rispondono alla domanda Where are we now?, titolo di questa nuova edizione.

Fabrizio Grifasi, Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa presieduta da Monique Veaute, commenta «Abbiamo formulato una domanda come titolo del REf17 perché interrogarsi, in questo momento, ci sembra la scelta più consona alla condizione che stiamo vivendo. Le opere degli artisti compongono una mappa del presente, fragile come il castello di carte della nostra immagine di quest’anno ma non per questo meno ambiziosa, e si collocano oltre le categorizzazioni estetiche e di genere inserendosi in una geografia concettuale che si costruisce e si disfa secondo la forza delle interpretazioni».

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