MUSEI: Da Salgado a Balla, si annuncia una Maxxi-riapertura!
Una “maxxi” riapertura all’insegna di grandi protagonisti come il genio dell’architettura mondiale Aldo Rossi, il maestro della fotografia Sebastião Salgado e la sua ricerca sulle popolazioni indigene dell’Amazzonia, protagonisti della scena artistica internazionale come Thomas Hirschhorn e Cao Fei oltre ad Alberto Burri e Mario Giacomelli. E poi CasaBalla con l’attesissima apertura al pubblico della dimora futurista di Giacomo Balla in via Oslavia, in dialogo con le opere esposte in galleria.
Prima mostra in calendario, “Una storia per il futuro. Dieci anni di Maxxi” a cura di Hou Hanru, inaugura mercoledì 17 febbraio e fruibile fino al 29 agosto. Seguirà poi “Navin Rawanchaikul: Ciao da Roma” il racconto di una diaspora ma anche dell’integrazione e delle sfide culturali che l’artista ha raccolto durante il suo soggiorno a Roma e nel Lazio nel 2018 ( l’esibizione verrà inaugurata il 9 marzo).
RIMANGONO VISITABILI ANCHE ALTRE RASSEGNE, TRA CUI RIPORTIAMO:
- Senzamargine: Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio (02 ottobre 2020 > 10 ottobre 2021): un nuovo grande allestimento valorizza il progetto della Collezione. In mostra nove maestri che rappresentano la vitalità e la diversità delle ricerche artistiche in Italia.
- Giovanni Gastel: The people I like (15 settembre 2020 > 07 marzo 2021): 200 persone, 200 ritratti di un inedito Gastel che: «Mi hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l’anima».
- Isaac Julien, Lina Bo Bardi — Un meraviglioso groviglio (23 settembre 2020 > 28 febbraio 2021): «Il tempo non è lineare è un meraviglioso groviglio dove, in qualsiasi momento, possiamo scegliere punti e inventare soluzioni. Senza inizio né fine».
- Alberto Boatto: Lo sguardo dal di fuori (02 ottobre 2020 > 10 ottobre 2021): Per la prima volta, il MAXXI dedica un focus all’archivio di un critico, testimone diretto delle radicali trasformazioni nelle pratiche artistiche a lui contemporanee.
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After Us (03 febbraio 2021 > 28 febbraio 2021): Identità e alienazione, nostalgia e memoria, populismo e verità: una diagnosi poetica ma acuta del presente suggerisce una prospettiva malinconica sul futuro, in un’epoca dopo di noi (After Us).
“Sono stati mesi difficili. Il Maxxi è stato chiuso ma non si è mai spento”, racconta Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi. E poi aggiunge “Durante il lockdown abbiamo lavorato al rafforzamento della collezione pubblica, ci siamo trasformati in un piccolo broadcast da più di 15 milioni di visualizzazioni e abbiamo continuato l’attività di ricerca e indagine. Il Maxxi è più di un museo, è un laboratorio di futuro“.